giovedì 4 febbraio 2016

Appunti di didattica delle scienze


L'elemento di base per un corretto approccio al pensiero scientifico è l'invito a fare.
Le scienze non sono una materia astratta e lontana dall'esperienza, ma abitano la realtà quotidiana, che ha soltanto bisogno di essere guardata con uno sguardo particolare. L'apprendimento delle scienze non si accompagna solo alla razionalità, ma anche alla "saggezza" del corpo, cioè all'incontro stupefacente fra i nostri sensi e i fenomeni legati alle cose del mondo.
Il laboratorio scientifico non può essere addestrativo o verificare leggi assunte a priori: parte da situazioni, quesiti e fenomeni riscontrabili nella vita quotidiana o in natura per accompagnare lo studente a sperimentare di sè e da sè. Lo studente richiama in modo responsabile e consapevole tutte le risorse occorrenti perchè impari ad agire nel concreto, in modo cosciente, appropriato ed efficace. L'obiettivo della didattica laboratoriale è quello di mettere l'allievo nella condizione di imparare a combinare contenuti, concetti, attrezzature, operazioni, manuali, esperienze personali e di altri, progettazioni, riflessioni, interpretazioni e narrazioni per scegliere che cosa fare e come operare per muoversi autonomamente nella realtà dei problemi veri. L'approccio laboratoriale non significa rinunciare all'approccio rigoroso ma significa non ridurle ad una rappresentazione dogmatica e irrigidita. Lo studente è indipendente nel processo di apprendimento: produce ex-novo i saperi e l'apprendimento è una ri-scoperta a cui l'insegnante accompagna l'allievo. Solo attraverso il pieno protagonismo dell'allievo al suo processo di apprendimento diventa possibile per lui memorizzare l'esperienza e ricordarla anche in contesti diversi.
La lettura dei protocolli di esperimenti e la destrutturazione delle diverse fasi permette di svelarne le ragioni, passo dopo passo, così da coglierne i punti cruciali per aprire eventuali ipotesi alternative da sottoporre a sperimentazione diretta: questo costituisce uno strumento potentissimo per educare alla ricerca attraverso la pratica di una effettiva mentalità scientifica.
Lo studente viene prima dell'argomento da studiare che è solo l'occasione per consegnargli un processo di apprendimento. L'insegnante non è un arbitro, un giudice che distribuisce verità dogmatiche, ma un accompagnatore alla ricerca di verità probabili e dunque sempre provvisiorie. La relazione educativa si basa dunque sul confronto reciproco.

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